Cabal e i suoi fratelli

Oggi parlerò di un genere abbastanza sottovalutato dagli stessi sviluppatori, ad onor del vero, ma che nonostante tutto ha riscosso un discreto successo nella sale giochi, nel periodo fra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90.
Sto parlando dei crosshair shooters, ma questa terminologia racchiude diverse tipologie di gioco (in prima e terza persona, a bordo di un mezzo, o volgarmente a piedi, accomunati dalla costante del mirino): bisognerebbe inventare una sottobranchia dei crosshair shooters, e chiamarla "sparatutto in terza persona, con visuale da dietro, con ovviamente, un mirino controllabile".
Per farla breve, smetto di delirare, oggi vi parlo dei"giochi alla Cabal".
Chiariamo subito una cosa, Cabal non è il capostipite del genere, anche se il 90% delle persone pensa il contrario, e non è nemmeno il gioco piu' famoso di questo filone.
Dobbiamo tornare indietro, all'ottobre del 1985, quando nelle sale giochi fa la sua comparsa Shootout, ad opera della celeberrima Data East.
Shootout (Flyer)
E' difficile descrivere con poche parole questo gioco. Il protagonista del titolo è un tizio ben vestito ed elegante, il cui scopo è sterminare un'orda di pericolosi gangster. A differenza dei titoli del genere che usciranno dopo, in Shootout non c'è il mirino. E' possibile sparare in 5 direzioni, davanti a noi, in diagonale a destra e sinistra, e lateralmente nelle due direzioni.
Ovviamente lo sparo in 5 direzioni predefinite, e la già citata assenza di un mirino, limita un pò la libertà di sparo, rendendo il gioco piu' una specie di tiro a segno .
Si inizia con il nostro eroe all'interno di un poligono di tiro (questo stage fu inserito per prendere la mano al sistema di sparo) e poi si passa alle vie di fatto, con bersagli in carne ed ossa, che rispondono al fuoco.
A tal proposito, è possibile usare elementi del fondale come riparo (barili, muri etc.), e si può interagire con essi per aumentare il punteggio. Ad esempio, è possibile attivare una giostra sparandoci contro, oppure colpire un ottovolante, etc. etc. In alcuni livelli, c'è anche la sgradita presenza di passanti innocenti, ai quali non bisogna sparare, e che hanno la pessima abitudine di comparire a pochi centimetri da qualche agguerrito gangster.
Shootout (Arcade)

Shootout (Arcade)
Per quanto datato, ho un buon ricordo di Shootout. La grafica per i tempi era piacevole, il gioco era divertente ed abbastanza frenetico, i comandi intuitivi. Il gioco non è stato sicuramente convertito per nessuna macchina occidentale, e non ho notizie di eventuali porting su computer e console giapponesi.
Insomma, se volete conoscere un pò di storia antica, l'unica via è emulare.

Ed a proposito di storia, è tempo di tornare a Cabal. Titolo della TAD Corporation del 1988 (pubblicato da Taito), come dicevo prima, è erroneamente considerato il capostipite del genere (non tutti sono cosi' vecchi da ricordarsi di Shootout, e molti non lo conoscono). Ai tempi, la distribuzione nelle sale giochi e nei bar, fu capillare, tanto che non bisognava sbattersi piu' di tanto, per incappare nel gioco.



Il gioco ci mette nei panni di un soldato vestito di blu. La visuale è la stessa di Shootout. La novità è il mirino. Se ci si muove a destra ed a sinistra, senza sparare, muoviamo il personaggio, mentre se muoviamo il joystick tenendo premuto il tasto dello sparo, muoviamo il mirino nelle otto direzioni possibili. Come in Shootout si utilizza un secondo tasto per il "dodge" (ovvero tuffo con capriola al fine di evitare di essere colpiti dai proiettili nemici). Il terzo tasto invece viene utilizzato per lanciare le granate, disponibili in numero limitato, ma che vengono comunque droppate da alcuni nemici, che esplodono nel punto esatto in cui è posizionato il mirino al momento del lancio.
A proposito di drop, un'altra novità è rappresentata dalle armi. Alcuni nemici, se uccisi lasciano cadere armi piu' potenti rispetto alla normale mitraglietta di base. Queste armi si distinguono anche per la dimensione del mirino, decisamente piu' grande, e per il volume di fuoco, decisamente piu' ampio e potente.
Altra novità, non certo da poco, è la possibilità di giocare in due contemporaneamente (in questo caso il nostro socio impersonerà un soldato vestito di rosso).

La grafica, come vedete dalle foto, non è nulla di speciale (diciamo pure che nel 1988, c'era di molto meglio) ma è "agile" e funzionale al gioco. Il sonoro è una dolente nota: la "musica" (se cosi si può chiamare) che accompagna TUTTI i livelli  si riduce a 3/4 note ripetute all'infinito (mentre ogni boss ha la sua musica personalizzata), tanto è vero che le ultime volte che l'ho giocato, ho abbassato direttamente il volume.
Il gioco è divertente, d'altronde, chi non si diverte a blastare soldati nemici ed a devastare i fondali come se non ci fosse un domani?
Anche Cabal, come molti arcade famosi dei tempi, è stato convertito per una marea di sistemi,  Amiga, Atari St, C64, Amstrad CPC, MS-DOS, Nes, Spectrum.
Non starò qui a tediarvi, descrivendovi le conversioni una per una..ai tempi ho giocato quella per Amiga, che non era granchè, anzi tutt'altro. Ad essere onesto, nemmeno quella per Nes mi sembra indimenticabile, quella del C64 mi pare decente, ma non avendola mai provata, passiamo oltre.

Come detto prima, Cabal, non è il gioco più famoso di questo genere. Nel 1990, sempre TAD Corporation fece uscire un sequel spirituale (ma nemmeno troppo), Blood Bros.
Di questo gioco parlerò poco e vi spiego subito il perchè. Se per Cabal, la distribuzione era capillare, per Blood Bros, lo era ancora di piu'. Era OVUNQUE, e non sto scherzando, e sono certo che lo conoscete tutti.
Il sistema di gioco è simile a Cabal (ovvero mirino, dodge, granate.I drop sono gli stessi, abbattendo determinati nemici o animali, avrete la possibilità di ricevere armi piu' potenti e granate supplementari).
L'ambientazione non è piu' bellica, ma si passa al vecchio West, con saloon da distruggere, cowboys e indiani da neutralizzare.
Anche qui si può giocare in due contemporaneamente, il giocatore 1 impersona un cowboy, il 2 un nativo americano.
A differenza di Cabal, la realizzazione tecnica è davvero pregevole.La grafica è stata migliorata in modo esponenziale, il sonoro finalmente è passabile (anche se nulla di speciale), i boss fight sono evocativi (indimenticabile il dirigibile con la città in fiamme sullo sfondo, i pennuti malefici, il convoglio, il serpente gigante).
A mio parere, Blood Bros, è superiore al predecessore non solo tecnicamente, ma lo trovo anche piu' piacevole, vario e divertente.


Starete pensando "Wow, che figata di gioco, adesso vado subito a cercarlo per il mio/a computer/console preferito/a!".
Non succederà nulla di tutto questo, purtroppo.
Inspiegabilmente, nonostante fosse un coin op molto famoso e distribuito in maniera massiccia, nessuno si degnò di convertire questa perla, nemmeno la US Gold (per fortuna, aggiungo) si interessò a questo titolo, forse perchè erano stufi di stuprare il buon nome e la reputazione dei migliori arcade dell'epoca, con conversioni aberranti.
Ad aumentare i rimpianti, la pagina Wikipedia del gioco riporta  che era previsto un adattamento di Blood Bros per Super Famicom/Nes, ma il game designer, Mr. Fusaki, dovette abbandonare il progetto per problemi di salute.
Un vero peccato.

Sempre per quanto riguarda gli arcade, vi segnalo un altro esponente di questo genere, che non molti conoscono (complice il fatto che la scheda era abbastanza rara, io stesso non l'ho mai visto in nessun bar/sala giochi, e sono venuto a conoscenza della sua esistenza una decina di anni fa).
Si tratta di Alligator Hunt della Gaelco, del 1994.
Il gioco vi mette nei panni di un ragazzo a bordo di uno skateboard, che deve fermare un invasione aliena ordita da un gruppo di simil rettiliani. Anche qui è possibile giocare in due contemporaneamente (il secondo personaggio è un trippone non meglio identificato).
La particolarità di questo simpatico arcade, è che giocherete "a terra" solo nel primo livello..i livelli successivi saranno a bordo di un'astronave (il sistema di gioco ed i comandi non cambiano; visuale da dietro la navicella, sparo, dodge, missili e via cosi).
La grafica è davvero bella, le colonne sonore davvero piacevoli, il gioco ha quel pizzico di originalità che forse mancava ai suoi illustri predecessori.
Ecco il link ad un video ed un paio di foto:

https://www.youtube.com/watch?v=Xq0QvT86wwk

Alligator Hunt

Alligator Hunt
Dedico un piccolissimo spazio ad Hard Times, un bootleg ad opera dell'italiana Playmark. HT non è una release ufficiale, ma un bootleg.
Il gioco è in pratica Blood Bros con grafica modificata in modo da farlo sembrare ambientato ai tempi del proibizionismo.
E' possibile provarlo su Mame, ma è senza sonoro.
Mi astengo dal giudicarlo, non è niente piu' che un rip-off, su youtube girano parecchi video.
Hard Times


Hard Times 
Lasciamoci ora definitivamente alle spalle il settore arcade, e trasferiamoci al mercato casalingo.
Ci sono due giochi originali che mi preme analizzare.
Il primo è Nam 1975, uno dei 4 titoli di lancio del Neo Geo.
Qualcuno mi può contestare che parlare di Neo Geo solo come console casalinga è quantomeno azzardato (ed in effetti è vero, visto che i giochi della versione casalinga, l'AES, erano gli stessi che si trovavano in sala giochi, in versione Multi Video System o MVS, che, almeno nei primi tempi, venivano alloggiati all'interno di cabinati appositi, che ospitavano generalmente quattro titoli), ma di fatto, essendo i titoli fruibili ed acquistabili in formato casalingo, bando alle ciance e proseguiamo.
Il gioco ci proietta all'epoca della guerra del Vietnam, in pieno conflitto.Il nostro scopo è quello di salvare il dottor Muckly che è stato rapito (non vi svelo il resto della trama).
Il sistema di gioco è sempre lo stesso (tre tasti, fuoco, dodge, granata.Mirino controllabile.)
Il titolo alloggiava su un cartuccione da 46 Mega.
Vennero inserite delle cutscenes che erano evidentemente ispirate alle pellicole "Full Metal Jacket" di Stanley Kubrick e "Apocalypse Now" di Francis Ford Coppola. Dico ispirate, ma andiamo oltre il plagio, vi allego un paio di foto.

Lievemente somiglianti ad Animal Mother ed il cecchino, vero?

Sulla sinistra il fratello gemello di Gomer "Palla di Lardo" Pyle

La realizzazione tecnica, forte della grandezza del supporto e della potenza del Neo Geo, era impeccabile. Grafica e sonoro erano, manco a dirlo, di altissimo livello, specialmente per i tempi (parliamo del 1990).
Purtroppo, Nam 1975 è davvero sanguinosamente difficile, troppo per alcuni (me compreso).
Il difetto più grande secondo me, stava nei controlli. Infatti, non si poteva sparare mentre ci muovevamo il personaggio con lo stick. Questo era davvero penalizzante, anche perchè, rispetto ad altri titoli, qui anche i nemici piu' deboli erano molto mobili, e non stavano semplicemente fermi a farsi ammazzare, ed altri erano davvero tosti da abbattere. I quattro crediti a disposizione che la versione AES dava di default per completare il gioco, erano davvero pochi, a meno che chi giocava, non fosse un campione, o comunque una persona dall'abilità fuori dal comune.
Conosco persone che dicono di finirlo con un credito, o coi 4 disposizione. Se fate parte di quell'esclusivo clan, Nam 1975 è il gioco che fa per voi, da prendere ad occhi chiusi.

Concludo questo post, menzionando Wild Guns per Super Famicom, gioco uscito nel 1994, nella piena maturità della macchina, sviluppato da Natsume.
Wild Guns (Super Famicom, Front Cover Jap)

Il gioco ci immerge in un far west alternativo, popolato da uomini e robot. Potremo giocare nei panni del cowboy Clint, o di Annie, protagonista femminile.
Il sistema di gioco è il medesimo dei giochi approfonditi in precedenza.
Sono state implementate, tuttavia, due piacevoli novità: è possibile usare un lazo, e quando il nemico "targettato" verrà colpito da esso, rimarrà "congelato" per qualche secondo, alla mercè dei nostri colpi.
E' inoltre possibile usare il calcio del fucile per colpire i nemici piu' vicini al nostro alter ego virtuale.
Nel titolo Natsume, non è possibile utilizzare granate, al loro posto sono state inserite le classiche smart bomb, da utilizzare nei momenti piu' concitati e caotici. Il loro utilizzo, spazzerà via tutti i nemici piu' fragili, ed indebolirà quelli piu' forti (come i boss).
I boss sono giganteschi in certi casi, e bellissimi da vedere, giudicate voi.
Wild Guns
Graficamente Wild Guns e davvero molto, molto bello.
Le musiche sono azzeccate ed incalzanti, la difficoltà è ben bilanciata.
I livelli sono 5, compreso quello finale.E' possibile selezionare liberamente fra i primi 4, di volta in volta, quale affrontare.
Di conseguenza, il gioco non è lunghissimo, e con un pò di pratica si può finire tranquillamente ed abbastanza in fretta, ma il coefficiente di rigiocabilità è parecchio alto.
Non ci sono difetti di rilievo, a parte qualche sporadico (ma davvero sporadico) slowdown in caso di sovraffollamento dello schermo.
Personalmente, ritengo Wild Guns il miglior crosshair disponibile per il mercato casalingo, che attinge a piene mani dai suoi predecessori, ma allo stesso tempo, cerca di migliorarli.
Un piccolo aneddoto: Wild Guns doveva essere un titolo secondario, di contorno, che Natsume doveva sviluppare nell'attesa del prossimo "big one".

Non male no?

A presto.
TrapperCX.













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